L'ADDIO
Ce la faremo, caro Beppe Altero Matteoli Caro Antonio, Dal 29 agosto ci siamo visti o sentiti ogni giorno; ricevuto telefonate e lettere da ogni parte d'Italia. Insieme ai familiari, a Gigi Coscia e a tanti altri, ci siamo aggrappati ad una possibile guarigione. Impotenti, lo abbiamo visto andarsene. Mi viene alla mente una frase di Pirandello: «Guai a chi è morto nel cuore di un altro». Beppe non corre rischi, non può morire nei nostri cuori. Ma cosa ha rappresentato per tutti noi l'Uomo? Innanzi tutto la ricerca delle condizioni, degli strumenti, per ridisegnare un ruolo per l'Italia. Si chiedeva: «Se l'identità nazionale, cioè la ripresa di coscienza di sé e dei destini della Nazione, è la condizione per costruire il progetto Italia 2000, chi è il nemico principale?». La risposta la conoscono tutti: la DC è il male italiano. È lei che ci ha portati in Occidente, che ci ha fatto perdere la memoria storica. È la DC che «spappola, sfarina, sbriciola» le coscienze e i caratteri. Per tutto l'arco della Sua vita si è battuto contro «il male», con fantasia, con passione, svegliando le coscienze, attirando l'attenzione di tutto il nostro mondo giovanile, provocando all'interno del MSI un dibattito che è cresciuto grazie alle Sue sferzate, alle Sue provocazioni, alle Sue impennate di orgoglio. Beppe scavava nei personaggi che incontrava nella Sua quotidiana lettura; nella voglia, mai venuta meno, di analizzare ogni cosa che riguardava la politica, il sociale, la cultura. Quanti personaggi abbiamo sentito ricordare, approfondire! E per ognuno esaltava la parte che lo aveva particolarmente colpito. Carlo Pisacane: lo affascinava la sua vicenda, la sua morte, il suo sacrificio. Nicolino Bombacci: Beppe era convinto che il Fascismo, per il rivoluzionario romagnolo, fosse una rivoluzione da compiere, un «domani» ancora da costruire. Da comunista, diceva, non finisce in America, ma muore a fianco di Benito Mussolini. Giuseppe Mazzini: la concezione spiritualistica della vita, il superamento dell'utilitarismo bottegaio, l'idea forte di Nazione. Berto Ricci: il carattere, il coraggio civile. E facendo un paragone con la «grigia politica» di oggi, diceva che era l’antidoroteo, l'antimoroteo. «Contro i pigri, gli immoti. A fianco degli inquieti». La morte lo ha colpito mentre «scavava» nella vita, nell'azione e nel pensiero di Italo Balbo. Presto avrebbe chiesto ai soliti amici: te, Massimo Malanima, Roberto Ulivi, di incontrarci, magari nel ristorante «La Griglia del Mare» di Lido di Camaiore, per un confronto sulla conclusione dei suoi studi. Per poi parlarne con Giano, Umberto, Peppe. Non lasciava niente all'improvvisazione, studiava ogni particolare, sempre pieno di dubbi. Ma, una volta convinto, partiva con i Suoi scritti e con le Sue indimenticabili conferenze che Lui amava chiamare «chiacchierate». Il 2 agosto fu il nostro ultimo incontro, tutti insieme. Dopo pochi giorni accadeva, praticamente, l'irreparabile e durante tutta la sera parlammo del MSI e dei problemi che lo attanagliavano. Giungemmo a delle conclusioni certamente non innovative, ma importanti: in politica si conta se si ha la capacità di guidare, e di essere punto di riferimento. Essere forza: per la qualità delle proposte, per la capacità di farne oggetto di lotta, di strapparne risultati, di dislocare forze sociali, politiche, culturali, Non parlammo di organigrammi, di cariche, di poltrone. Con Beppe era impossibile tanto era, ormai, distaccato da tutto ciò che poteva apparire utilitaristico. Ce la faremo a mantenere quell'impegno? Ad essere forza? Credo di sì. Ma anche se fosse impossibile, dobbiamo provarci. Soprattutto per Lui. Certo, siamo più deboli, ci mancherà un punto di riferimento, ci mancheranno le Sue telefonate per segnalarci un articolo, un libro. Ci mancherà, durante le nostre riunioni, il Suo blocco notes e la penna per prendere appunti con una costanza che non aveva perduto con il passare degli anni. Ci aiuteranno i Suoi insegnamenti, la dirittura morale di un Uomo che ha fatto politica, per oltre quarant’anni, in un sistema marcio, corrotto, senza mai cadere in tentazioni. Ce la faremo, caro Beppe. Per Te. Con Te. Altero Matteoli |