dal sito "lettera 22" (http://macherubino.splinder.it/)
Dov'e' la "destra"
eretica?
Mauro Cherubino
La Camera dei Deputati ha bocciato la proposta di Marco Boato
a favore della concessione della grazia ad Adriano Sofri, che avrebbe concesso
pieni poteri al Presidente della Repubblica senza la necessaria proposta del
Ministro di Grazia e Giustizia. I Forzisti, i Leghisti e gli ex-Missini si sono
trovati compatti in un voltafaccia necessario alla luce di quanto avviene in
Europa in vista delle prossime elezioni Europee.
Si sono trovati compatti nel lungo applauso che è seguito alla votazione,
compatti nel tradimento alla parola data, un applauso ed un comportamento da
vergogna. Il comportamento dei Forzisti e dei Leghisti mi lascia indifferente
nella sua prevedibilità, come il falso impegno del Presidente del Consiglio in
una vicenda che non lo coinvolge e non lo interessa. Degli ex-missini mi
rattrista la venuta meno dello stile, la somiglianza comportamentale sempre
maggiore con gli alleati di governo. Ma del resto il "potere" acquisito è
transitato per l'abiura, per la sudditanza al padrone dell'esecutivo, per il
depauperamento della loro storia e della loro identità .
Una storia, che ormai è divenuta una pagina in bianco e nero ma che a confronto
dei giorni attuali, dipinti di Azzurro, risplende di passioni. Chi ha conoscenza
di quella realtà politica può valutarne le negative modificazioni avvenute.
L'eresia che rendeva differente un "ambiente" è venuta meno in cambio di un
potere, per il quale si è barattato tutto. Una realtà nella quale le
"differenze" alimentavano il dibattito interno, dove vi erano ampi spazi di
"intellighenzia eretica" e di cultura del dialogo, dove era sì difficoltoso -per
una chiusura culturale- avviare processi di cambiamento, ma dove il cantiere
della produzione di idee era sempre molto vivace, e le anime libere
rappresentavano un motore propulsivo di grande vivacità intellettuale. Alla fine
degli anni '70 e per metà degli anni '80 il Movimento Giovanile del MSI, il
Fronte della Gioventù, si oppose con forza alla linea politica del Partito e
tale opposizione interna fu durissima nei confronti di una Segreteria che
richiese l’istituzione nel Paese della pena di morte per gli atti di terrorismo
-erano gli anni delle Brigate Rosse- e molti di quei giovani che lottarono
contro il vertice del Partito -costituito allora da Almirante, Marchio,
Romualdi- sono oggi la classe dirigente di Alleanza Nazionale. Nella crescita
che si tentava di costruire all'interno comparve lo spazio per il dialogo e la
comprensione delle ragioni altrui, si voleva "Andare Oltre".
Molti di coloro che lottarono in quegli anni per il cambiamento e che oggi sono
autorevoli punti di riferimento politico in Alleanza Nazionale conobbero il
carcere, sono stati perseguitati per la loro ideologia, molti militanti -che con
loro condivisero quei giorni di battaglia politica- hanno pagato duramente la
loro fede politica.
Questo dovrebbe in loro avere aperto un orizzonte differente, avere creato un
differente modo di essere, di sentire, di pensare la politica. Condividere oggi
il potere con gli uomini di Forza Italia e delle Lega Nord, differenti per
storia, cultura, formazione politica, valori è quanto mai imbarazzante.
Forse tutto ciò è stato sacrificato alla opportunità della politica, del
"potere" e non solo. Fra coloro che si distinsero nel Movimento Sociale Italiano
nell’Area Sociale che lavorò per il cambiamento e per l’innovazione vi fu
un deputato pisano, grande galantuomo
stimato e rispettato da tutti gli avversari politici per la sua onestà
intellettuale. Fu Maestro per molti di coloro che oggi sono in Alleanza
Nazionale e per molti che decisero di “andare”, ritenendo sterile e arido quel
campo che osteggiava la crescita dei semi migliori.
Beppe Niccolai, l’eretico scriveva in difesa di Adriano Sofri in una lettera al
Direttore del "Secolo d'Italia" -che venne censurata e pubblicata da "la
Nazione" di Firenze- nel lontano 1988 -un anno prima della sua morte-:
«Il pentito afferma: Sofri è colpevole.
Il "Secolo", che di vicende di pentiti ne conosce molte, consente. Io dissento.
Anche perché, al di là di tutto, sogno una Italia diversa. Un'Italia civile, che
sappia confrontarsi, non uccidersi vicendevolmente, servendo, inconsapevolmente,
vicendevoli ladri che, comunque vadano le cose, restano ai propri posti e,
ironia della sorte, a fare ogni sorta di morale. Non si tratta, no, di
abbracciarsi e di dimenticare. Si tratta solo di capire. Enrico Berlinguer rese
omaggio al giovane missino Di Bella. "Aveva diritto di fare e di credere in ciò
che faceva e credeva", disse il leader del PCI davanti al suo corpo
massacrato. Giorgio Almirante, davanti alla salma di Enrico Berlinguer: perché
sono venuto? "Perché era un uomo giusto, credeva in ciò che faceva". Se ci si fa
caso è il più alto elogio che un uomo politico possa rivolgere ad altro uomo
politico: "credeva in ciò che faceva".
Trasgressione, eresia, diciamo pure pazzia. Ma l'Italia più bella, quella di
ieri e quella da costruire, è proprio quella dei pazzi. Primi fra tutti i Santi
e gli Eroi. Non quella che sta alla finestra in attesa, a cose fatte, di
appendervi gli scalpi di coloro che alla finestra non sono mai stati.
Perdona, caro Direttore, non me la sento di gridare che Adriano Sofri è un
assassino».
Cordialmente, Giuseppe Niccolai
Questo insegnamento è perduto? Dove sono le anime ribelli? Dov’è il coraggio e
l’eresia dei migliori? Dove sono gli uomini contro? Personalmente ritengo che in
Alleanza Nazionale esistano delle figure politiche di grande valore e che il
lavoro che svolgono all’interno del partito sia una valida costruzione al
cambiamento.
Allo stesso modo ritengo che in Aula sul voto alla Legge Boato questi uomini
abbiano perduto una grande occasione di coraggio. Un'occasione per contribuire
alla risoluzione del caso Sofri, un contributo al processo di chiusura alla
stagione politica negli anni ’70 e nella logica della politica dei numeri una
opportunità politica per sparigliare. Con la bocciatura della Proposta Boato,
Alleanza nazionale porta a casa -ad una analisi superficiale- una vittoria
all’interno della coalizione di Governo, alza la testa dinnanzi al “padrone”
dell’esecutivo, mostrando al proprio elettorato e agli alleati i propri muscoli,
il valore del proprio peso politico.
Ma, i ”camerati” hanno avuto mille occasioni in questi oltre due anni di governo
per alzare la testa, per non essere supini al Cavaliere, per mostrare agli
elettori (che in prevalenza sono rimasti missini) la loro differenza.
Hanno temuto di perdere consensi su una tematica -la libertà a Sofri- sulla
quale gli elettori avrebbero avuto difficoltà a “comprendere”, ma ormai
“diciamolo ...” si sono abituati a comprendere ben altro… Farlo sulla pelle di
un Uomo come Adriano Sofri, sulla sua storia che è differente, su di un
innocente (perché è innocente), su un uomo che ha accettato e si è sottoposto a
tutti i gradi di giudizio mostrando alto rispetto per le istituzioni dello
Stato, che difende la propria innocenza con elevata dignità, e che per questo
ritiene di non dover richiedere la grazia, ritengo sia stato un comportamento di
discutibile valore morale e politico.
Gli ex-missini hanno per oltre due anni ubbidito alle direttive di Arcore e
disubbidito solamente quando vi è stata la consapevolezza che il “capo” avrebbe
gradito l’insubordinazione.
Giorgio Bocca -duramente- commenta il comportamento e scrive che hanno rinnegato
le origini, ma non dimenticano le vendette e la lunga emarginazione, Giuliano
Ferrara va oltre e scrive che sono dei cialtroni. Dopo la bocciatura dell’Aula,
Adriano Sofri continuerà a vivere da detenuto con la dignità di sempre,
osservando il tutto dal suo Mondo Parallelo, con la Sua statura umana ed
intellettuale, con la Sua differenza dagli uomini che hanno applaudito dopo il
loro voto, un voto pieno di vergogna. Il voto sull’“affaire Sofri” ed il
comportamento tenuto nella vicenda è il termometro di un partito politico che
non esiste, se non nella funzione della gestione, nell’amministrazione e nella
difesa estrema di un potere che la sorte ha fatto giungere inaspettato.
Il clima politico sta cambiando ed Alleanza Nazionale -dopo oltre due anni di
governo e la rinuncia alla propria identità- cerca un riscatto quasi
impossibile, arriverà per Fini il giorno di pagare conto con la sorte. Questo le
migliori intelligenze di AN lo sanno, hanno perduto una grande occasione.
Peccato.
Mauro Cherubino
venerdì, marzo 19, 2004 |