FRAMMENTI

  da "La Nazione - Pisa"

 

Toponomatica & Veleni

Ghezzi: «Il consiglio propone, ma l'ultima parola è della giunta»

Il sindaco: «Una via per Niccolai? Io non la farò»

 

F. B. (19 aprile 2013)     

 

Dalla prima pagina del Machiavelli, numero 4 - anno XXII dell'Aprile 1975, una vecchia lettera, comparsa anche su "La Nazione" il 6-XI-1963, nella quale Beppe Niccolai indica i "Princìpi a cui resto fedele":

 

 

«Sono politicamente un nullatenente. Non ho alcuno strumento di pressione che possa piegare alla bontà delle mie tesi l'opinione pubblica. Non sono in grado di distribuire nemmeno il più insignificante posticino. Io posso solo invocare chiarezza, parlare con lealtà, appellarmi al cuore e all'animo dei miei concittadini».

Lo ha ribadito ribattendo a una cittadina sulla propria pagina facebook, lo aveva già dichiarato due giorni fa sulla bacheca di Carlo Scaramuzzino. Alla domanda: «Sindaco non intitolerà davvero una strada a Niccolai?», la risposta di Filippeschi è chiara: «Io non lo farò». Parole che il primo cittadino uscente mette nero su bianco on line, smarcandosi dalle critiche piovute addosso a lui e al consiglio comunale dopo l'approvazione in extremis della mozione (primo firmatario, il consigliere del PDL Filippo Redini) per intitolare una strada al'ex deputato MSI, comprendendo nell'atto anche Giuseppe De Felice e Carlo Ciucci.

Questo è quanto scrive Filippeschi sul social network: «II sindaco non c'era, in quel momento, e dunque non ha votato. Avrei votato contro, motivando perché (ammesso e non concesso che si dovesse votare su un argomento del genere, in pochi, in un momento concitato e confuso, negli ultimi minuti di uni mandato durato cinque anni...). E dunque non mi sento vincolato a quel voto». Una posizione apparentemente spiazzante che trova, in realtà, le proprie motivazioni in un particolare svelato ieri dal consigliere comunale del PDL Giovanni Garzella (che ha votato si perche «favorevole a intitolare una via al professor Carlo Ciucci»): «La polemica è inutile perche il consiglio comunale ha semplicemente dato un atto di indirizzo che invita e non impegna il sindaco e la giunta a dedicare, individualmente, a ciascuno dei tre personaggi un luogo significativo della città». Formula che cambia le carte in tavola: «Sul piano istituzionale e normativo -sottolinea Garzella- il sindaco e la giunta che saranno eletti nella prossima consiliatura o anche quelli in carica, possono benissimo dedicare come non dedicare a uno come a tutti e tre un luogo significativo della città».

Chiarisce una volta per tutte la situazione il vicesindaco Paolo Ghezzi: «L'intitolazione di una via è competenza della giunta. Ciò che propone il consiglio comunale viene valutato con serietà ma a livello giuridico ha lo stesso valore di ciò che può essere proposto da una associazione. All'atto di indirizzo deve, quindi, seguire una delibera della giunta e l'ultima parola è, tra l'altro, quella del prefetto. Questo per far capire che non è stata presa alcuna decisione, né questa giunta ha intenzione di prenderla nella consiliatura in corso».

F. B.    

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Ringraziamo Giacomo Mannocci (PI) per il materiale di questa pagina