ARTICOLI

"L’Eco della Versilia", n° 4-5-6 Anno XIX 30 Novembre 1990

 

Padri e figli

Beppe Niccolai

 

Non dobbiamo credere, noi genitori, di chiudere il conto coi nostri figli con il bel regalo di Natale. Dobbiamo agire con sincerità, con severità verso noi stessi, con vero amore, ciascuno con l'attaccamento ai valori di cui è portatore. Chiediamo di più a noi stessi e agli altri.

I giovani hanno fame e sete di valori ideali: ma dove li trovano?

È necessario rispettare la storia. Il centro storico è venuto su nei millenni, nel rispetto di chi ci avrebbe vissuto, parlato, camminato, prodotto cultura e fiaba per i bambini. La Città a misura d'uomo. L’uomo, il rispetto della sua individualità ... Non l'uomo massa, costruito nelle «batterie» ...

Vale conservare un paesaggio, un fiume, un ruscello. Sono questi i valori della tradizione. L’uomo non è fatto solo per produrre e consumare; l'uomo è anche pianta, albero, figlio della terra, della sua terra.

A chi abita nelle «batterie» degli uomini da lavoro, resta, oggi, una sola via per conservare la stima di sé: rimuovere dalla coscienza l'esistenza di chi ci vive amato, di chi ci è compagno di sventura; dimenticarli, chiudersi nel più completo isolamento...

Si abita sullo stesso pianerottolo: non ci si conosce. Si fa di tutto per non conoscersi. Si chiudono con tramezzi i balconi. Nessun contatto.

Perché?

Per la paura di vedere riflessa nel vicino la propria immagine disperata di «uomini in batteria da lavoro».

E i figli? Scendono dalle nuove zone di frontiera le bande ... Che altro possono fare, cresciuti come sono, in questa cultura del progressismo che ha ucciso, con la memoria storica, città, territorio, mettendo su alveari che non hanno più nulla di umano?

Vandalismi? E come possono avere rispetto di ciò che li circonda se ciò che vedono (e vivono) è triste, è brutto? Perché la furia vandalica contro la Scuola, come simbolo? Ma che cosa è stata, in mano alla DC, la Scuola che l'ha gestita per 40 anni? Quali valori vi ha profuso? Non è stato, forse, il luogo in cui si sono messi i figli contro i padri? Non è stata il luogo della permanente guerra civile fra gli Italiani? E quali tradizioni educative potranno esservi in una Scuola che demonizza il passato dei padri, uccidendovi il sentimento della Nazione, cioè la memoria storica?

E, imponendo il divieto di guardare al passato, non è proprio nato l'uomo-massa, l'uomo senza identità, secondo il modello americano, quel modello che, tutti i giorni, la TV, attraverso i network ci porta in casa?

Kojak, Derrick, Colombo, i telefilm dell'orrore, del delitto, delle bande giovanili, della violenza, della droga, i culti demoniaci, le bande che adorano il diavolo ...

E dio quattrino ... Vivi, questo è il mondo! Sul cinema: i modelli dell'italiano illustrati da Alberto Sordi: scroccone, bugiardo, vanesio, vile, opportunista, senza un briciolo di carattere, sempre disimpegnato ...

Come se ne esce? Si tratta di ritrovarsi, di sapere stare insieme. La ripresa di un modo di vivere, pensare all'italiana, che dia un senso alla vita.

Condizione: superare la decadenza DC, la grande Vacanza dalla storia, che ci ha portati alla perdita d'identità. Quando la memoria è dispersa, gli individui non si sentono più legati fra loro, perché fra loro non c'è più nulla in comune. E la società muore.

Ce la faremo?

Occorre, comunque, pensare che quando il tempo a venire si stupirá delle nostre disfatte, i nostri bisnipoti sappiano che «alcuni» rifiutarono di gettare le armi e di alzare le braccia. Lottarono.

Beppe Niccolai
(da una conferenza tenuta a Livorno il 19 gennaio 1985)