FRAMMENTI

dal "Secolo d'Italia" del 7 agosto 1987

 

Più francescani...

 

Caro direttore,
il 23-2-1987 inviavo a "l'Eco della Versilia" per l'on. Niccolai una lettera aperta che in parte stralcio per approfondire il mio pensiero sul futuro del MSI-DN:
«Caro Beppe non sarai crocifisso... Il tuo equilibrio nel porre il problema della successione alla Segreteria, la tua disinteressata politica nell'indicare un confronto con il vertice, ti assolvono da ogni accusa di rappresentare un pericolo... per il nostro Movimento».

Riferendomi poi al Segretario nazionale scrivevo: «Come te sono convinto che sia insostituibile ed unico come personaggio dei nostri tempi, Uomini come questi sono irripetibili. Ma nessuno può pensare che questa comunità si esaurisca in un solo Uomo».
Alla luce dell'ultimo Comitato centrale che si è aperto con cameratesca franchezza e coraggiosa indicazione, ora il "Secolo" ospita opinioni e indirizzi e chiare valutazioni per il prossimo Congresso nazionale.
La recente flessione elettorale (escluso in particolare l'Alto Adige, grazie soprattutto alla disinteressata abnegazione dei fratelli Mitolo), è ora il motivo dominante di questo dibattito/confronto.
Io credo che mai come in questo difficile «trapasso generazionale» sia indispensabile guardare al bene della nostra comunità. Ho presente in merito l'attenzione posta dall'On. Almirante al dibattito aperto dall'ultimo Comitato centrale; in particolare la valutazione e l'accettazione dei vari punti ed ordini del giorno proposti da Beppe Niccolai.
Si è «riaperto» un colloquio fra il nostro Segretario e il tenace e intelligente «oppositore» che non infieriva ma consigliava, indicava e da «buon Francescano» si assumeva le responsabilità collegiali di gestione nel nostro partito.
Non è così importante che si intervenga con frasi roboanti sul termine «Destra», l'essenziale è capire che certi indirizzi politici che avevano dato speranze ed illusioni, sono ora superati.
Si è convinti che per il prossimo futuro ci si debba riproporre come «Destra»? Facciamolo, ma dovremo sempre ripetere che sì, siamo di destra, ma non quella destra che si riconosce nelle posizioni di Reagan, Thatcher, Chirac ecc..
Tutti sanno chi siamo, ma non tutti ricordano chiaramente la nostra radice storica e ideale.
È chiaro che dal Fascismo-Idea, due sono per noi i veri capisaldi: il movimento che si affermò dal 1919/21 e il periodo della RSI. Per quanto concerne il fascismo-regime, idealmente rimane il più grande periodo storico per il popolo italiano; ma proprio noi dobbiamo avere il coraggio di affermare che la mancanza di una indicazione dal basso verso l'alto (cioè di libertà) costarono anche a molti fascisti persecuzione e confino. A questo proposito ho presente personalmente le testimonianze di qualificati personaggi che appartenevano al nostro mondo politico, come Alberto Giovannini, e Gastone Gelati, per non citare gli scritti lasciati da Berto Ricci.
A conclusione del mio scritto vorrei dire che non si possono esaurire tutte le nostre idee e finalità per il solo scopo elettorale. In merito dobbiamo rammentare di essere un po' più... noi stessi.
Il MSI-DN ha necessità di indicare chiaramente per il nuovo vertice, uomini che abbiano volontà di porsi al servizio di questa Comunità; meno «deputati a vita»... più Francescani con carattere e intelligenza.

Bruno Rassu (Forlì)
dal "Secolo d'Italia" del 7 agosto 1987

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