Discussione su trasmissione RAI-TV
(intervento alla Camera dei Deputati il 28 maggio 1969)
 

PRESIDENTE - L'ordine del giorno reca il seguito della discussione di mozioni e dello svolgimento di interpellanze e di interrogazioni sulla RAI-TV.
L'onorevole Giuseppe Niccolai ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.

NICCOLAI GIUSEPPE - Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole ministro, per il film "Alfa Tau" si è fatto appello dai contraddittori all'articolo 21 della Costituzione secondo il quale sono inammissibili le censure di giudizi critici espressi in relazione alla trasmissione. Noi domandiamo se questo rilievo è pertinente. Sarebbe pertinente e valido il rilievo se presso i padroni televisivi trovassero diritto di espressione, sia pure di replica, quanti in politica, come in economia, in arte, in letteratura, dissentono dalle arbitrarie impostazioni della televisione italiana.
La TV non è uno strumento di informazione obiettiva (questo rilievo è venuto da tutti i settori della Camera), ma uno strumento di pressione, di .parte: più che un veicolo di formazione della coscienza morale, civile e nazionale delle masse, è il cavallo di Troia, non tanto poi del marxismo quanto proprio del nichilismo, del disfattismo, dell'immoralità. Per l'ente televisivo l'articolo 21 della Costituzione non vale e ciò nonostante, onorevole ministro, che l'ente televisivo sia pagato, e quindi tenuto in piedi, da milioni di cittadini di ogni fede politica, religiosa e civile.
Signor ministro, in che cosa consiste il motivo di scandalo per il film "Alfa Tau"? Si vuole forse negare alla televisione italiana di ospitare dibattiti, di far giungere al paese le voci discordi, le polemiche, i punti di vista contrastanti, anche quando si tratta, come nel caso in esame, della marina italiana, cioè di una istituzione dello Stato? Non si tratta di questo: sarebbe negare alla televisione la sua funzione primaria.
La protesta, il sentimento ferito, l'offesa deriva dal fatto che nella presentazione del film "Alfa Tau" si è ascoltata una sola voce, la voce bastarda del disfattista di professione, di colui che costituzionalmente ama farsi violentare dalle bandiere altrui e mentre si serve del tricolore per pulirsi le proprie scarpe.
Se "Alfa Tau" fosse stato preceduto da un dibattito aperto a persone di opinioni diverse, nessuna protesta si sarebbe levata. Invece no, si è data la parola al critico filo-comunista Di Giammatteo e solo da lui sono piovuti gli insulti. E su che cosa sono piovuti gli insulti? Ecco la domanda. Sugli stivali? Sulla retorica? Sulle divise? Su tutto quel mondo che l'antifascismo ama dipingere come carico solo di bolso ritualismo e di ridicolo? E non direi, signor ministro. Il regista del film, il De Robertis, era un ufficiale di marina, il protagonista del film, il triestino Bruno Zevich, era un ufficiale di marina, non riposa in via Teulada su nessuna poltrona e non ha alcun cachet, è scomparso in mare con tutto il suo equipaggio al comando del sommergibile Scirè in un'azione di mezzi di assalto.
Una delle protagoniste femminili, a diversità di Franca Rame che, sposando il «marò» della «Decima», l'ex «repubblichino» Dario Fo, si compiace di sputare sulla retorica del soldato, era la vedova del comandante Costantino Borsini, medaglia d'oro alla memoria, affondato con la propria nave sul cacciatorpediniere Nullo. Su che cosa hanno sputato? Forse sull'episodio dell'umile marinaio napoletano Ciaravolo, che, già in salvo su una scialuppa, torna indietro e muore con il suo comandante? Sull'episodio vero del marinaio Stagi che, a distanza di pochi metri dal sommergibile nemico con il quale era stata ingaggiata una drammatica battaglia a colpi di cannone, si toglie lo stivale e, novello Enrico Toti, lo getta contro il nemico?
Tutto ciò è ridicolo, tutto ciò merita il sarcasmo, l'ironia, l'offesa del signor Di Giammatteo? La RAI-TV non ha proprio altri argomenti da pescare nel ventennio fascista per far ridere gli italiani? Deve proprio andare a frugare nel mondo del mare? Ma se vuole far ridere sul serio, se proprio vuole demistificare e smitizzare, perché non ci racconta di quando i Ferrari Aggradi, i Taviani, i Corona, i Pieraccini, dal collegio "Mussolini" di Pisa, dove erano riveriti e ospitati, si battevano perché la battaglia culturale e politica del fascismo diventasse patrimonio, diventasse fede, quella fede che avrebbe dato ai marinai italiani la forza di morire? Ferrari Aggradi in divisa fascista, Taviani in divisa fascista: sarebbe tanto bello, e non vi sarebbe bisogno di dare l'incarico a nessun Garrani, perché vi sarebbe l'interpretazione autentica, viva, diretta, signor ministro! Ma se veramente il ventennio fascista è stato così come ce lo racconta la televisione, cioè un misto di ridicolo e di retorica -mi rivolgo agli antifascisti di sempre- che diventano i Gramsci, i Rosselli, i Gobetti, gli Amendola, che da quel misto di ridicolo e di retorica si fecero battere? Che cosa diventano?

[Vivissimi rumori all'estrema sinistra]

Ma, signor ministro, lasciamo da parte, lontano dalle nostre miserie e dalle nostre cattiverie...

[Vivissime, prolungate proteste all'estrema sinistra]

PRESIDENTE - Onorevole Niccolai, è in corso di svolgimento un dibattito civile e serio. Nessuno di noi deve dimenticare da quali lotte è nata l'Italia, che cosa è la democrazia che ci siamo conquistati, quali sono stati i sacrifici che ognuno ha compiuto per affermare i propri ideali.

[Vivi applausi all'estrema sinistra]
La prego perciò di rispettare le posizioni ideologiche ed i sentimenti di ogni componente la Camera.

NICCOLAI GIUSEPPE - Signor Presidente, credo che mi sia consentito ricordare anche coloro che ieri erano centurioni della milizia volontaria per la sicurezza nazionale. E, signor Presidente, dato che ho il mio appunto scritto, mi consenta di ripeterlo per quei colleghi che, a mio giudizio, hanno capito male. Ho detto: «Se il fascismo era quel misto di ridicolo e di retorica che voi dipingete...

[Interruzioni all'estrema sinistra]

PAJETTA GIAN CARLO - La questione è un'altra: che quei nomi in bocca a un «repubblichino» non dovrebbero essere consentiti.

NICCOLAI GIUSEPPE - E allora la parola dovrebbe essere negata a molti di voi!

[Proteste del deputato Pajetta Gian Carlo]

SERVELLO - Non ha più i riflessi pronti, onorevole Pajetta!

PAJETTA GIAN CARLO - Si ricordi di quando consultava "l'Unità" per sapere quale partito...

[Proteste a destra]

NICCOLAI GIUSEPPE - I vivi di via Teulada, signor ministro, non hanno alcun diritto di mettere le mani sul cimitero delle 341 unità affondate in combattimento, dove perirono il 30 per cento degli equipaggi, il 50 per cento degli ufficiali, il 75 per cento dei comandanti, il 100 per cento degli ammiragli!

Una voce all'estrema sinistra. ... fatti ammazzare da Mussolini.

NICCOLAI GIUSEPPE - Lo domandi a Kruscev, che ha fatto tradurre in russo il libro della Decima Mas!
L'onorevole Barca mi perdonerà se in termini cortesi gli dico che, leggendo la motivazione della sua interrogazione, per cui difendendo il contenuto del film "Alfa Tau" si lederebbe il prestigio della marina italiana, ha portato a me, che sono vicino a Livorno, stupore e dolore. Se non sbaglio, ella, onorevole Barca, è medaglia d'argento e, se non sbaglio, ella fu un ottimo ufficiale di marina, primo del suo corso in quell'accademia navale, e ha fatto la guerra sulle siluranti. Perché ripudiare un simile patrimonio? Che cosa teme, onorevole Barca? Di identificarsi con il sistema politico di allora? Ma si tratta del suo patrimonio morale!

[Interruzioni alla estrema sinistra]


Non si tratta di difendere alcun sistema politico e nessun passato, se ve ne siete resi conto. Si tratta di difendere il popolo italiano che di quel passato, se pure sfortunato, fu eroico protagonista. E si tratta di difendere certe costanti umane che si chiamano coraggio, dedizione, sacrificio di sé che, sotto tutti i regimi e sotto tutti i climi, fanno l'uomo e con l'uomo fanno le nazioni.


[Interruzioni all'estrema sinistra]


È vero, è vero, oggi è il tempo dei padri Balducci ed è il tempo dei ragazzi di vita della pineta di Viareggio. È forse chiedere troppo, onorevoli colleghi, che in questo clima ci si possa avvicinare con spirito religioso e in silenzio ai ricordi dei caduti sul mare? Può essere, ma la nazione è viva e vivrà per loro, piaccia o no ai disfattisti e ai bastardi di tutte le tinte!
[Vivissime, reiterate proteste alla estrema sinistra - Scambio di apostrofi tra l'estrema sinistra e la destra]

PRESIDENTE - Onorevoli colleghi, lascino che il Presidente assolva il suo compito! Onorevole Niccolai, la invito a precisare il suo pensiero, perché altrimenti sono obbligato, a termini di regolamento, a richiamarla. Le chiedo perciò di precisare il suo pensiero.

NICCOLAI GIUSEPPE - Per me i bastardi sono tutti coloro che negano il valore dei soldati morti in mare!


[Applausi a destra - Proteste e commenti all'estrema sinistra].

Beppe Niccolai

Ringraziamo il ricercatore Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info - e la Camera dei Deputati

per averci dato la possibilità di pubblicare questo Intervento