PRESIDENTE - L'ordine del giorno reca il seguito della discussione di mozioni e
dello svolgimento di interpellanze e di interrogazioni sulla RAI-TV.
L'onorevole Giuseppe Niccolai ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
NICCOLAI GIUSEPPE - Signor
Presidente, onorevoli colleghi, onorevole ministro, per il film "Alfa Tau" si è
fatto appello dai contraddittori all'articolo 21 della Costituzione secondo il
quale sono inammissibili le censure di giudizi critici espressi in relazione
alla trasmissione. Noi domandiamo se questo rilievo è pertinente. Sarebbe
pertinente e valido il rilievo se presso i padroni televisivi trovassero diritto
di espressione, sia pure di replica, quanti in politica, come in economia, in
arte, in letteratura, dissentono dalle arbitrarie impostazioni della televisione
italiana.
La TV non è uno strumento di informazione obiettiva (questo rilievo è venuto da
tutti i settori della Camera), ma uno strumento di pressione, di .parte: più che
un veicolo di formazione della coscienza morale, civile e nazionale delle masse,
è il cavallo di Troia, non tanto poi del marxismo quanto proprio del nichilismo,
del disfattismo, dell'immoralità. Per l'ente televisivo l'articolo 21 della
Costituzione non vale e ciò nonostante, onorevole ministro, che l'ente
televisivo sia pagato, e quindi tenuto in piedi, da milioni di cittadini di ogni
fede politica, religiosa e civile.
Signor ministro, in che cosa consiste il motivo di scandalo per il film "Alfa
Tau"? Si vuole forse negare alla televisione italiana di ospitare dibattiti, di
far giungere al paese le voci discordi, le polemiche, i punti di vista
contrastanti, anche quando si tratta, come nel caso in esame, della marina
italiana, cioè di una istituzione dello Stato? Non si tratta di questo: sarebbe
negare alla televisione la sua funzione primaria.
La protesta, il sentimento ferito, l'offesa deriva dal fatto che nella
presentazione del film "Alfa Tau" si è ascoltata una sola voce, la voce bastarda
del disfattista di professione, di colui che costituzionalmente ama farsi
violentare dalle bandiere altrui e mentre si serve del tricolore per pulirsi le
proprie scarpe.
Se "Alfa Tau" fosse stato preceduto da un dibattito aperto a persone di opinioni
diverse, nessuna protesta si sarebbe levata. Invece no, si è data la parola al
critico filo-comunista Di Giammatteo e solo da lui sono piovuti gli insulti. E
su che cosa sono piovuti gli insulti? Ecco la domanda. Sugli stivali? Sulla
retorica? Sulle divise? Su tutto quel mondo che l'antifascismo ama dipingere
come carico solo di bolso ritualismo e di ridicolo? E non direi, signor
ministro. Il regista del film, il De Robertis, era un ufficiale di marina, il
protagonista del film, il triestino Bruno Zevich, era un ufficiale di marina,
non riposa in via Teulada su nessuna poltrona e non ha alcun cachet, è scomparso
in mare con tutto il suo equipaggio al comando del sommergibile Scirè in
un'azione di mezzi di assalto.
Una delle protagoniste femminili, a diversità di Franca Rame che, sposando il
«marò» della «Decima», l'ex «repubblichino» Dario Fo, si compiace di sputare
sulla retorica del soldato, era la vedova del comandante Costantino Borsini,
medaglia d'oro alla memoria, affondato con la propria nave sul
cacciatorpediniere Nullo. Su che cosa hanno sputato? Forse sull'episodio
dell'umile marinaio napoletano Ciaravolo, che, già in salvo su una scialuppa,
torna indietro e muore con il suo comandante? Sull'episodio vero del marinaio
Stagi che, a distanza di pochi metri dal sommergibile nemico con il quale era
stata ingaggiata una drammatica battaglia a colpi di cannone, si toglie lo
stivale e, novello Enrico Toti, lo getta contro il nemico?
Tutto ciò è ridicolo, tutto ciò merita il sarcasmo, l'ironia, l'offesa del
signor Di Giammatteo? La RAI-TV non ha proprio altri argomenti da pescare nel
ventennio fascista per far ridere gli italiani? Deve proprio andare a frugare
nel mondo del mare? Ma se vuole far ridere sul serio, se proprio vuole
demistificare e smitizzare, perché non ci racconta di quando i Ferrari Aggradi,
i Taviani, i Corona, i Pieraccini, dal collegio "Mussolini" di Pisa, dove erano
riveriti e ospitati, si battevano perché la battaglia culturale e politica del
fascismo diventasse patrimonio, diventasse fede, quella fede che avrebbe dato ai
marinai italiani la forza di morire? Ferrari Aggradi in divisa fascista, Taviani
in divisa fascista: sarebbe tanto bello, e non vi sarebbe bisogno di dare
l'incarico a nessun Garrani, perché vi sarebbe l'interpretazione autentica,
viva, diretta, signor ministro! Ma se veramente il ventennio fascista è stato
così come ce lo racconta la televisione, cioè un misto di ridicolo e di retorica
-mi rivolgo agli antifascisti di sempre- che diventano i Gramsci, i Rosselli, i
Gobetti, gli Amendola, che da quel misto di ridicolo e di retorica si fecero
battere? Che cosa diventano?
[Vivissimi rumori all'estrema sinistra]
Ma, signor ministro, lasciamo da parte, lontano dalle nostre miserie e dalle
nostre cattiverie...
[Vivissime, prolungate proteste all'estrema sinistra]
PRESIDENTE - Onorevole Niccolai, è in corso di svolgimento un dibattito civile e
serio. Nessuno di noi deve dimenticare da quali lotte è nata l'Italia, che cosa
è la democrazia che ci siamo conquistati, quali sono stati i sacrifici che
ognuno ha compiuto per affermare i propri ideali.
[Vivi applausi all'estrema sinistra]
La prego perciò di rispettare le posizioni ideologiche ed i sentimenti di ogni
componente la Camera.
NICCOLAI GIUSEPPE - Signor
Presidente, credo che mi sia consentito ricordare anche coloro che ieri erano
centurioni della milizia volontaria per la sicurezza nazionale. E, signor
Presidente, dato che ho il mio appunto scritto, mi consenta di ripeterlo per
quei colleghi che, a mio giudizio, hanno capito male. Ho detto: «Se il fascismo
era quel misto di ridicolo e di retorica che voi dipingete...
[Interruzioni all'estrema sinistra]
PAJETTA GIAN CARLO - La questione è un'altra: che quei nomi in bocca a un
«repubblichino» non dovrebbero essere consentiti.
NICCOLAI GIUSEPPE - E allora la
parola dovrebbe essere negata a molti di voi!
[Proteste del deputato Pajetta Gian Carlo]
SERVELLO - Non ha più i riflessi pronti, onorevole Pajetta!
PAJETTA GIAN CARLO - Si ricordi di quando consultava "l'Unità" per sapere quale
partito...
[Proteste a destra]
NICCOLAI GIUSEPPE - I vivi di via
Teulada, signor ministro, non hanno alcun diritto di mettere le mani sul
cimitero delle 341 unità affondate in combattimento, dove perirono il 30 per
cento degli equipaggi, il 50 per cento degli ufficiali, il 75 per cento dei
comandanti, il 100 per cento degli ammiragli!
Una voce all'estrema sinistra. ... fatti ammazzare da Mussolini.
NICCOLAI GIUSEPPE - Lo domandi a
Kruscev, che ha fatto tradurre in russo il libro della Decima Mas!
L'onorevole Barca mi perdonerà se in termini cortesi gli dico che, leggendo la
motivazione della sua interrogazione, per cui difendendo il contenuto del film
"Alfa Tau" si lederebbe il prestigio della marina italiana, ha portato a me, che
sono vicino a Livorno, stupore e dolore. Se non sbaglio, ella, onorevole Barca,
è medaglia d'argento e, se non sbaglio, ella fu un ottimo ufficiale di marina,
primo del suo corso in quell'accademia navale, e ha fatto la guerra sulle
siluranti. Perché ripudiare un simile patrimonio? Che cosa teme, onorevole
Barca? Di identificarsi con il sistema politico di allora? Ma si tratta del suo
patrimonio morale!
[Interruzioni alla estrema sinistra]
Non si tratta di difendere alcun sistema politico e nessun passato, se ve ne
siete resi conto. Si tratta di difendere il popolo italiano che di quel passato,
se pure sfortunato, fu eroico protagonista. E si tratta di difendere certe
costanti umane che si chiamano coraggio, dedizione, sacrificio di sé che, sotto
tutti i regimi e sotto tutti i climi, fanno l'uomo e con l'uomo fanno le
nazioni.
[Interruzioni all'estrema sinistra]
È vero, è vero, oggi è il tempo dei padri Balducci ed è il tempo dei ragazzi di
vita della pineta di Viareggio. È forse chiedere troppo, onorevoli colleghi, che
in questo clima ci si possa avvicinare con spirito religioso e in silenzio ai
ricordi dei caduti sul mare? Può essere, ma la nazione è viva e vivrà per loro,
piaccia o no ai disfattisti e ai bastardi di tutte le tinte!
[Vivissime, reiterate proteste alla estrema sinistra - Scambio di apostrofi tra
l'estrema sinistra e la destra]
PRESIDENTE - Onorevoli colleghi, lascino che il Presidente assolva il suo
compito! Onorevole Niccolai, la invito a precisare il suo pensiero, perché
altrimenti sono obbligato, a termini di regolamento, a richiamarla. Le chiedo
perciò di precisare il suo pensiero.
NICCOLAI GIUSEPPE - Per me i
bastardi sono tutti coloro che negano il valore dei soldati morti in mare!
[Applausi a destra - Proteste e commenti all'estrema sinistra].