"Secolo d'Italia", 12 maggio
1977
Da repressore ultrafascista a
propagandista del «compromesso»
Giovanni Spadolini: un personaggio emblematico
Beppe Niccolai
Nel 1962 La Malfa lo definì uno «stupido abissale», nel 1972 lo
fece senatore e ministro del PRI, ora lo considera come il più fervido
sostenitore del suo verbo aperturista
15 Gennaio 1944. Registriamo una fiera rampogna. È contro il mancato rigore di
cui il fascismo si rese responsabile davanti alla Nazione.
Leggiamola insieme: «Ma perché il fascismo, domanderà qualcuno, non ha, come il
nazismo in Germania e il bolscevismo in Russia eliminati e spazzati via senza
pietà e senza riguardi tutti i caporioni e i papaveri del disfattismo, gli
esecutori del sabotaggio, i responsabili della disunione e del dissolvimento
nazionale? Ma appunto perché il fascismo, a causa di certi suoi gerarchi
corrotti ed indegni o disposti al compromesso con tutto e con tutti, e per il
suo progressivo adagiarsi nel «tutto bene», aveva perduto il mordente, la
spregiudicatezza e l'energia di un tempo, anzi era, come partito, in istato di
avanzato scadimento, come s'è rivelato chiaramente il 25 luglio». ("Italia e
Civiltà", 15-1-44)
Questa prosa, se si guarda ai tempi in cui fu scritta, aleggiava sul processo
che in quei giorni si teneva a Verona contro i traditori del Gran Consiglio. C'è
di più: la sentenza era già stata emanate. Fucilazione. «Chi sbaglia d'ora
innanzi paga e non solo in basso». È la morale di quello scritto del 15 gennaio
1944. Cosi come ha fatto Adolfo Hitler in Germania e Giuseppe Stalin in Russia.
L'autore?
Giovanni Spadolini, attuale Presidente della Commissione Pubblica Istruzione del
Senato della Repubblica Italiana, nata dalla resistenza.
Dicembre 1962. È in atto una feroce polemica fra "La Voce Repubblicana" e "Il
Resto del Carlino". Le armi si incrociano e fanno faville. I duellanti: Ugo La
Malfa e Giovanni Spadolini, direttore del quotidiano bolognese.
Siamo agli inizi dei governi di centro sinistra. Giovanni Spadolini, che aveva
osato criticare i provvedimenti economici e fiscali del Governo Fanfani (DC-PSDI-PRI
con appoggio esterno del PSDI, riceve in pieno petto, per mano di Ugo La Malfa
questa sciabolata:
Dal consiglio della fantesca...
«Evidentemente Giovanni Spadolini ha da tempo rinunziato al benché minimo sforzo
di pensiero e si limita a trascrivere nei commenti politici le opinioni che la
sua fantesca ricava nei colloqui di mercato. Ma in fin dei conti è un segno
della provvidenza della storia che all'opposizione del centro sinistra presieda
una così abissale stupidità». ("La Voce Repubblicana", 13-12-62)
Dunque, per Ugo La Malfa. Giovanni Spadolini altro non trascrive che i pensieri
della serva ed è uno stupido. Abissale.
7 Maggio 1972. Giovanni Spadolini, candidato dei PRI in tre collegi senatoriali
della città di Milano, è senatore, poi riconfermato. Così ha voluto il Profeta
Ugo La Malfa che. in tempi ormai... superati, lo qualificò uno «stupido».
… all'ispirazione del profeta
La carriera non si ferma qui. Diventa Ministro di un dicastero ad hoc, quello
del Ben-Cul, Presidente di Commissione. Oggi, sulla scia del Profeta, è il più
fervido sostenitore dell'accordo fra DC e PCI. Lo vuole pieno e totale.
Non è più uno stupido, né un raccoglitore di opinioni dello serve. È
intelligente, lucido, penetrante, scattante. Sta con il Profeta. E questo è
sufficiente.
1944 - 1962 - 1977: dal fascismo più intransigente a interprete della necessità
che il PCI diventi forza di governo. In mezzo un periodo di stupidità. Subito
cancellato per volontà del Profeta (Ugo La Malfa).
Ne ha fatta di strada il Senatore! Ed è a questi uomini che dovrebbero essere
affidati la difesa dell'Italia dall'incalzante emergenza ed il rigore della
trattativa con il PCI...
Giuseppe Niccolai
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