Situazione in Messico
(intervento alla Camera dei Deputati il 7 ottobre 1968)

 

PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Niccolai, cofirmatario dell'interrogazione Servello, ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.

 

NICCOLAI GIUSEPPE. L'insodisfazione, signor ministro, è nella dichiarazione del ministro dello sport sovietico che ella ci ha letto nel corso del secondo round. E non è una battuta: è una pennellata che vi qualifica, signor ministro. Come non notare che il Governo, pur di non dispiacere a certi settori del Parlamento, ha paura di dire anche le più elementari verità? Che certi settori del Parlamento, strumentalizzino la vicenda di Città del Messico per dimenticare altri drammi, non meraviglia, signor ministro. Che certi settori del Parlamento strumentalizzino la vicenda, inzuppando il pennello nel sangue di Città del Messico come fosse colla adatta per riattaccare i cocci delle convergenze con i partiti del centrosinistra, convergenze che i fatti di Praga avevano rotto, nessuna meraviglia, signor ministro. Che certi settori del Parlamento, per manovre di bassa cucina interna, dopo aver negato in situazione analoga -nel maggio scorso- solidarietà agli studenti francesi, la estendano oggi alla gioventù dorata messicana, agli eredi dei latifondisti, dei capitalisti, della borghesia grassa ...

 

(Interruzione del deputato Macciocchi Maria Antonietta),

 

a quegli studenti che vanno alla scuola dei padroni, cara onorevole Macciocchi, non ci meraviglia. Che certi settori del Parlamento, dimentichi che in Messico i granaderos sono la forza d'ordine di un regime che si potrebbe chiamare frontista, che da 40 anni esalta il suo rivoluzionarismo e il suo ateismo, che non cela le sue simpatie per il regime di Fidel Castro, si trovino oggi al fianco della anarchia alimentata dai figli di papa che attaccano a colpi di bombe Molotov gli autobus stracarichi di poveri peones (dimostrando con ciò, onorevole ministro, ancora una volta, come la cosiddetta contestazione globale -in America come in Europa- sia un fenomeno intellettualistico, un aspetto dell'anarchia morale che a seguito del tramonto di ogni ideale e di ogni principio caratterizza le classi socialmente privilegiate), tutto ciò non meraviglia, signor ministro. Che certi settori del Parlamento siano venuti qui carichi di notizie trasudanti sdegno, tolte dai giornali che hanno chiamato forcaioli e da giornali esteri, e le abbiano lette con voce rotta dall'emozione, quando per altre notizie, protagonista un altro imperialismo, si sono messi l'acqua in bocca, non meraviglia, signor ministro. Ma che su questa linea e sempre per motivi di politica interna ci si mettesse il Governo della Repubblica italiana, con quelle posizioni sfumate, ipocrite (quella dichiarazione, signor ministro, che ci ha letto!), non lo potevamo immaginare, anche se i governi non cessano mai in questo periodo di meravigliare. Pensare, signor ministro, di dare tono alla nostra politica interna, attaccandosi a questi episodi, buttandosi nella tragica contabilità dei morti -tanti morti a Praga, tanti morti a Città del Messico- con un messaggio per le conculcate libertà in Cecoslovacchia, ma subito dopo con il mazzo di fiori ad Oriana Fallaci (la riprovazione che era sulle bocche comuniste per i fatti della Cecoslovacchia, ora è sua per i fatti del Messico, signor ministro) tutto ciò è prima di ogni altra cosa ridicolo, il ridicolo di una politica estera che è solo la proiezione delle nostre piccole miserie quotidiane.

L'anarchia dilaga e rimette tutto in discussione. Qualsiasi ordine costituito, anche il comunismo degli anni settanta (che non è più un fatto rivoluzionario, ma uno stato d'ordine più rigoroso e codino degli altri), è in contestazione. E facciano attenzione coloro che si illudono di strumentalizzare questa vicenda!

Ma il Governo che fa? Come interpreta i lampi sinistri che illuminano il Messico e con il Messico tutto il mondo civile? Non si accorge che anche quella è una prova generale a carattere universale? Si illude forse di vincere l'anarchia divenendo la mosca cocchiera degli anarchici? Ma è quanto di più autolesionista si possa immaginare.

L'insodisfazione nasce, signor ministro, dalla sua risposta, che non ha nemmeno tentato di scendere ad un esame obiettivo della pur tragica vicenda, ma si è fermata ad Oriana Fallaci, ne ha fatto il simbolo, il vessillo delle proprie iniziative, sempre per non dispiacere a certi settori della sinistra italiana. Tanto meglio, signor ministro, invitare con coraggio il Comitato olimpico a fare le valige non solo per tutelare gli atleti di tutto il mondo, ma anche per levare di mezzo il pretesto che sta avvicinando il Messico alla guerra civile. Questo poteva essere un consiglio utile. Non lo avete fatto, ed è da queste cose, signor ministro, che nasce la nostra insodisfazione.

Beppe Niccolai

Ringraziamo il ricercatore Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info - e la Camera dei Deputati

per averci dato la possibilità di pubblicare questo Intervento